sabato 15 agosto 2015

Cibo e Psiche

La nostra società è dominata dal mito della bellezza che si identifica molto spesso con la magrezza e ciò scatena generalmente un atteggiamento psicologico molto pericoloso:l'eccessiva valutazione del proprio peso, della forma corporea che portano ad esercitare un controllo molto ferreo sull'alimentazione. Le abitudini alimentari per il soggetto si trasformano in modo repentino e sembrano avere come unico obiettivo, quello di fornire risposta al desiderio di dimagrire in fretta.In Italia dal 15% al 35% della popolazione femminile , per lo più giovani, cerca di adeguarsi ai modelli proposti dai media e questo succede, causando un vertiginoso aumento dei disturbi del comportamento alimentare: bulimia, anoressia. Cambiano anche massicciamente i comportamenti delle donne , finalizzati sempre alla perdita di peso: esse frequentano in maniera compulsiva palestre, sottoponendosi a volte, a sforzi fisici inverosimili; acquistano alimenti a basso contenuto calorico;seguono diete ferree, fanno un uso improprio di diuretici e lassativi sempre per avere un corpo snello e tonico. Assegnare una importanza eccessiva alla forma corporea e alla valutazione del peso significa che la persona assegna valore a se stessa, in modo disfunzionale, solo ed esclusivamente sulla base del proprio peso e della forma del suo corpo. Ciò significa che la focalizzazione esclusiva su questa area marginalizza altre aree della personalità, restrigendo gli interessi dell'individuo e limitandolo fortemente in altri ambiti, come le relazioni interpersonali,il lavoro o la scuola,lo sport ecc. Quasi sempre la dieta ferrea, a cui si sottopongono le persone che vogliono perdere peso,grazie anche ai rinforzi positivi o negativi che esse percepiscono, dovuti alla perdita di peso,mantiene attivata la psicopatologia centrale che si è innescata. Inoltre compaiono come conseguenza di essa, grandi abbuffate che mantengono il disturbo e le preoccupazioni del soggetto sul peso, forma corporea e controllo alimentare. Un altro importante fattore che mantiene le abbuffate è costituito dagli eventi e le emozioni ad essi associati e le abbuffate o anche il vomito autoindotto vengono usati nel momento in cui gli intensi vissuti emotivi non sono gestibili e risultano intollerabili. In sostanza, a livello di prevenzione primaria, per evitare che si possano innescare disturbi alimentari difficilmente trattabili è importante far leva sull'autostima e l'immagine di sè del soggetto,lavorare per equilibrare il rapporto con il cibo e con il peso, per migliorare la gestione delle emozioni,ed infine per un'equilibrata relazione interpersonale con i pari e con i familiari. In tal modo si può operare, inizialmente attraverso il Counseling Motivazionale, per la promozione del benessere del soggetto, fornendo l'opportunità di esplorare la sua "bilancia decisionale"e favorire il Cambiamento.

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