domenica 18 ottobre 2015

Un modello educativo vincente con gli adolescenti.




Secondo  studi accreditati recenti parte preponderante del disagio psichico dell'adolescente , ha origini dalle relazioni tra le persone, quindi una più profonda conoscenza delle modalità relazionali (soprattutto tra genitori e figli) offre l’occasione per gestire in modo efficace i processi relazionali al fine di sviluppare il benessere psicologico dei ragazzi. 
 Si può condividere  l’idea che i processi cognitivi in età evolutiva e specificatamente in adolescenza , risentano della relazione con  quelli emotivi nel determinare le scelte e le prese di decisione , e che , se positivi , insieme  facilitano il processo decisionale e progettuale di vita del ragazzo stesso.  
Il modello ASCI (Analisi Strutturale del comportamento Interpersonale) elaborato da L. S. Benjamin (1979), analizza il comportamento che si instaura tra due o più persone quando si relazionano tra di loro mediante la comunicazione verbale e non verbale (P. Scilligo, 1993).
E' di fondamentale importanza individuare i comportamenti da promuovere nel genitore nel suo l’intervento educativo nei confronti di figli adolescenti; mostrandone l'utilità, per rendere efficace l’intervento educativo stesso; e comprendere come può facilitare l’emancipazione del ragazzo, gestendo le proprie modalità relazionali. 

1. POTENZIARE LA FIDUCIA 


Uno dei compiti evolutivi più importanti dell'adolescente e quindi del genitore nei suoi confronti,  è quello di potenziare la fiducia in se stesso per riuscire a scoprire quali sono i suoi reali bisogni , oltre che a trovare dei modi diretti per soddisfarli, e in questo compito del genitore sarà quello di aiutarlo ad uscire dalla posizione esistenziale “io non sono ok” (Berne, 1998). 
Nelle fasi precedenti dello sviluppo il ragazzo ha appreso delle abilità; esse sono utilissime perché lo aiutano a prendere iniziative con più sicurezza, a sapere ciò di cui ha bisogno, a distinguersi dagli altri e a valutare la realtà che lo circonda. Attraverso l’uso di queste abilità di base , egli può agire costruttivamente per realizzare i suoi desideri; attraverso la guida e il sostegno del genitore può imparare  ad usare, integrare e ristrutturare ciò che ha già fatto. 
E’ molto importante che il ragazzo viva una profonda fiducia in se stesso, in modo da poter far fronte alle situazioni e aprirsi alle possibilità; sapere che può contare su adulti disponibili ad accogliere le sue richieste , può risultare di grande aiuto per lui. 
E’ importante dargli fiducia e ciò si può fare facilmente se gli  si permette  di affrontare i rischi e se si riconosce il valore della sua intuizione, anche se è necessario offrirgli strumenti e informazioni su come può selezionare ciò per cui è maggiormente motivato e interessato. 
Si possono individuare dei messaggi da inviare ai figli  per sviluppare la fiducia.
E’ importante tenere presente che questi ed altri messaggi possono essere inviati sia a livello verbale sia a livello non verbale, occorre quindi che il genitore abbia una buona consapevolezza di se stesso e dei significati dei messaggi che invia durante la relazione con il figlio.

Analizzando nel dettaglio i permessi  possono essere  espressi con le seguenti frasi:


  • “hai il diritto di essere qui “
  • “non devi mascherarti per essere accolto”
  • “puoi esprimere perplessità e ricevere comunque sostegno”;
  •  “impara a fidarti delle tue intuizioni e di te stesso”.
2. PERMETTERE L' ESPLORAZIONE. 

Altro compito evolutivo importante è rappresentato dal bisogno di esplorare :gli adolescenti si trovano "costretti" ad esplorare in continuazione se stessi e il mondo, a causa dei rapidi mutamenti fisici ed emotivi che sperimentano, i quali, spesso causano un profondo senso di disorientamento
J. Klarke (1978) sottolinea che la domanda di disponibilità fatta all’adulto da parte del ragazzo è massiccia; questa richiesta, a volte è esplicita altre volte implicita, può essere sfruttata dal genitore, soprattutto in relazione al fatto che i ragazzi esplorano, assieme al proprio corpo e alla propria immagine, le proprie risorse. Essi sono particolarmente recettivi ad acquisire dei modi per sviluppare le abilità, facendo nuove esperienze indipendentemente dai propri familiari.

Tali esperienze permetteranno loro di rispondere a quesiti come per es: “cosa farò da grande?”, che frequentemente essi stessi si pongono, e che, come abbiamo visto, sono legati al rapito sviluppo del pensiero astratto e al fatto che stanno costruendo la propria autonoma identità. 
Lo sperimentare direttamente agendo sul mondo permetterà loro di utilizzare le capacità legate al pensiero concreto sviluppate nelle fasi precedenti e ormai collaudate. La padronanza delle competenze acquisite precedentemente permetterà loro di rafforzare il senso d’autoefficacia, necessario per affrontare in futuro situazioni più rischiose (perché meno note).

In relazione al bisogno d’esplorazione è importante che il genitore invii dei messaggi che lo rispettino e anzi rafforzino questo bisogno, dato che esso si traduce nella motivazione ad agire verso qualcosa, cioè nella forza propulsiva a fare.

 I permessi da dare al ragazzo per facilitare lo sviluppo motivazionale sono i seguenti :


Ø  Puoi essere curioso e intuitivo”;
Ø  “Puoi avere iniziative e fare proposte”;
Ø  “Puoi fare le cose autonomamente e ricevere contemporaneamente sostegno”;
Ø  “Puoi chiedere aiuto se ti trovi in difficoltà dopo aver deciso di fare da solo”;
Ø  “Riuscirai a fare bene le cose che ti piacciono perché hai le risorse per farle”;
Ø  “Se senti che c’è qualcosa che non va in ciò che fai, ascoltati e osserva come lo fai, per poi selezionare ciò che fai meglio”.













3. FACILITARE LA SEPARAZIONE 

La fase dell’adolescenza è caratterizzata da una progressiva separazione dalle figure di riferimento precedenti, nel tentativo di differenziarsi e costruire la propria originale identità.
Gli adolescenti di 14-15 anni sperimentano spesso la loro indipendenza creando delle occasioni per verificare se stanno bene “separati”; questo processo è funzionale alla loro differenziazione rispetto alle persone adulte dalle quali in passato sono dipesi in maniera massiccia, e pone le basi per l’individuazione di una propria identità autonoma. Al genitore capita che la sua disponibilità ad offrire supporto non sia accolta favorevolmente dal ragazzo, molto probabilmente a causa del ruolo che egli ricopre agli occhi dello stesso. Nonostante ciò l’adolescente ha bisogno di ricevere supporto e di sapere che ci sono delle persone cui può fare riferimento quando ne ha bisogno. E’ molto importante, affinché l’esperienza della separazione sia utile alla sua crescita, che egli contatti le conseguenze del proprio agire: mentre osserva gli effetti del proprio comportamento su se stesso, sugli altri e sulle cose, egli si allena a sviluppare la capacità critica e a diventare consapevole della realtà in cui vive, responsabilizzandosi. Spesso l’adolescente sembra impegnarsi nel “dimostrare” al mondo la propria indipendenza, e ciò accade frequentemente in situazioni di gruppo; i suoi comportamenti in questo caso sono caratterizzati da ribellione, ostinazione, negatività e confusione. Davanti a questi atteggiamenti gli adulti possono sperimentare un senso di difficoltà e rispondono nella maggior parte dei casi o con l’estremo permissivismo, che ha le caratteristiche della compassione, o con la rabbia, entrando in un braccio di ferro che porta come conseguenza un tornaconto per entrambi nei termini di insoddisfazione e impotenza. In tutti e due i casi il messaggio che l’adulto invia al ragazzo è: “tu non vai bene”, che ha come effetto il rinforzo del senso di inadeguatezza e la difficoltà a separarsi e a individuarsi. E’ importante trovare delle strategie di intervento di grande impatto sia emotivo sia cognitivo sul ragazzo, che permettano di verificare piccoli cambiamenti immediati.

I permessi per “pensare” e per “sentire”, attraverso i quali vengono rinforzati rispettivamente la capacità di pensare e di sentire:

    Ø  Accetto il fatto che non sei un bambino e che sei più autonomo               rispetto al passato”;

  Ø  “Puoi esaminare gli effetti delle tue azioni su gli altri, che potrebbero anche decidere di andarsene se non stanno bene con te”;

     Ø  “Puoi separarti da me e pensare con la tua testa”;

     Ø  “Non ho paura della tua rabbia”; “Puoi cogliere dalle tue sensazioni ciò che vuoi e ciò che ti serve per stare bene”;

   Ø  “Puoi fidarti di ciò che pensi, dato che hai la capacità di ragionare”;

    Ø  “Puoi cercare ciò che ti serve da solo, non è necessario che io cerchi       tutto per te”;

  Ø  “O io o l’altro genitore ci saremo quando ci chiederai di esserci”.




4.  FACILITARE LA COSTRUZIONE

Mentre i ragazzi sviluppano il pensiero logico, raccogliendo dati e informazioni, si esercitano, spesso con entusiasmo, a trovare relazioni tra eventi; elaborano reti di significati sempre più complessi e arrivano a conclusioni più sofisticate e sottili. Dai 16 ai 20 anni circa, decidono cosa è bene e cosa è male, cosa è importante e cosa insignificante, anche nei termini della realizzabilità di piani e progetti personali. E’ presente nell’adolescente uno sforzo incessante di diventare maturo, adulto e indipendente. Egli è pronto a fare cose sempre più complesse in modo autonomo, anche se continua ad avere bisogno di protezione, è maggiormente consapevole dei propri desideri e della possibilità o meno di realizzarli, perché ha raffinato la capacità di distinguere se stesso con i propri desideri e pensieri dai fatti e dalla realtà esterna. E’ molto importante che il ragazzo abbia la possibilità di ricorrere in modo critico alle regole che gli sono state proposte, sia che derivino dalla famiglia, dalla scuola, o dagli amici, per gestire le proprie emozioni e modulare il proprio comportamento e i piani d’azione complessi, mantenendo un senso di coesione personale.

Le regole gli possono essere d’aiuto per sentirsi sicuro in diversi contesti, siano essi contesti formativi, lavorativi, sportivi ecc, per meglio gestire i confini tra se e gli altri e per sperimentare la propria individualità. E’ molto importante però che egli, assieme alla possibilità di conoscere nuove norme, rivaluti criticamente le norme apprese in passato e decida poi quali accettare, al fine di far proprie solo quelle che rientrano nel proprio sistema di valori. Questo processo di costruzione lo aiuta a superare la confusione e a orientarsi anche riguardo alla propria vita futura, vedendo una direzione che gli deriva dalla percezione di sé come più integrato.


I messaggi legati alla Costruzione sono i seguenti:


Ø  Ascolta i tuoi sentimenti prima di agire e di trarre conclusioni”;
Ø  “Puoi pensare e riflettere sulle conseguenze delle tue azioni”;
Ø  “Puoi riflettere prima di fare tua una determinata regola”;
Ø  “Puoi avere i tuoi principi morali”;
Ø  “Non è necessario che tu soffra per ottenere ciò che ti occorre”;
Ø  “Puoi fare le cose a modo tuo”;
Ø  “Puoi costruire un tuo personale progetto di vita, dato che hai tutti gli strumenti per farlo.

     In conclusione si può sostenere che genitori sani crescono figli sani, genitori malati (attaccanti/trascuranti) crescono figli malati (attaccanti/trascuranti). E' dunque della massima importanza la gestione da parte loro di una modalità relazionale serena e accogliente , che agevoli la crescita emotiva del ragazzo e lo porti alla sicurezza, alla padronanza, all'esplorazione e alla costruzione di sè in modo equilibrato e pienamente soddisfacente. 

















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